L’intraprendenza di un gruppo di imprenditrici della Mauritania, la cooperazione internazionale che ha  coinvolto Slow Food http://www.fondazioneslowfood.com/it/presidi-slow-food/bottarga-di-muggine-delle-donne-imraguen/    e una cooperativa di pescatori toscani ha permesso a ben 280 donne di sostenere con il proprio lavoro la famiglia, in un paese dove la piccola pesca artigianale è fortemente compromessa dai grandi pescherecci  producendo  localmente ed esportando pesce di qualità.

( embeddare video https://www.youtube.com/watch?v=kTYBXFb9-vE  )

Tutto comincia sulle coste africane della Mauritania, affacciate sull’Atlantico, coste pescosissime ma che negli ultimi anni sono diventate zone di pesca per flotte industiali, spesso europee, che ne hanno comprato i diritti di pesca ed esportano tutto il pesce lasciando ben poco per il mercato locale.

La tradizionale trasformazione a livello locale del pescato, e dei suoi derivati come la bottarga di muggine,  ha subito un arresto a seguito dell’eccesso di pesca, all’esportazione e la conseguente carenza di materia prima per i mercati locali.

Una soluzione è stata trovata dalla Ong locale Mauritanie 2000 che si è affiancata a ben 280 donne in prevalenza di etnia imraguen permettendo una produzione con standard qualitativi e igienici così alti da ottenere per la loro bottarga di muggine il marchio di Presidio Slow Food ed essere così esportata.

Per questo progetto Slow Food ha chiesto la collaborazione della storica cooperativa di pescatori della laguna di Orbetello in Toscana, a loro volta  Presidio della bottarga di Orbetello, che hanno aiutato le donne Imraguen a migliorare la produzione, rispettare le norme igieniche richieste in Europa, gestire la vendita dei trasformati e trovare mercati alternativi.

Nel 2006 tre donne sono state ospitate per un mese a Orbetello, dalla cooperativa la Peschereccia,  per un corso di formazione, poi alcuni pescatori si sono recati a Nouadhibou in Mauritania per aiutarle ad attrezzare un piccolo laboratorio. Grazie ai progetti sostenuti dalla Regione Piemonte e dal Comune di Tours, sono state acquistate una macchina per il sottovuoto e una camera refrigerata per la conservazione della bottarga ed è stata realizzata una guida sulle buone pratiche per la trasformazione del cefalo.

Oggi le produttrici acquistano i cefali dai pescatori, estraggono le uova, le risciacquano, le salano e le fanno essiccare naturalmente, ottenendo la tradizionale bottarga (dall’arabo butarikh, uova di pesca salate). Le donne affiancano a questa produzione la preparazione del tishtar (filetti di muggine essiccati e sminuzzati) e dell’olio di muggine.

Il sale utilizzato per il processo di salatura proviene ora dalla zona e non più dalle miniere grazie al  progetto avviato nel 2014 – in collaborazione con l’associazione francese Univers Sel e l’Ong Mauritanie 2000 finanziato dalla Commissione europea – per promuovere la produzione di sale marino di qualità in Mauritania. Sono stati fatti corsi di formazione per le donne ed è stata recentemente costruita una salina di circa due ettari nella Baia dell’Etoile, un’area protetta dieci chilometri a Nord della città portuaria di Nouadhibou che produce la materia prima necessaria.

Lo scorso maggio alcune delle donne che producono il sale e la bottarga sono arrivate dalla Mauritania per partecipare a un incontro in EXPO 2015 ospiti di Slow Food per raccontare la loro esperienza.

La bottarga viene venduta in Italia al momento durante gli eventi di Slow Food Terra Madre a Torino e  Slow Fish a Genova.

Questa progetto è un buon esempio quindi di come la cooperazione tra Europa e paesi in via di sviluppo possa dare ottimi frutti, per le persone e per l’ambiente come si prefigge di fare FISH FORWARD  https://www.fishforward.eu/en/ e sia in linea con lo slogan scelto per il 2015  Anno europeo per lo sviluppo  “Il nostro mondo, la nostra dignità, il nostro futuro”.